
Poi, però, perché il grande rischio delle serate nere è quello di non vedere la luce, ci sono le certezze.
Tra queste metto l’aver trovato un portiere eccellente, da Juventus, e quando dico da Juventus lo rapporto ai grandissimi che abbiamo sempre avuto. Ci sembra banale, ma non era scontato, dopo l’addio del numero 1 dei numeri 1. Gli esterni difensivi mi vanno benissimo così: Cancelo e De Sciglio da una parte, Alex Sandro e Spinazzola dall’altra. Mi vanno bene i centrali difensivi attuali, a costo però di aggiungere un big, possibilmente giovane. Emre Can può essere una colonna dei prossimi anni, tra difesa e centrocampo; Bentancur rimane un ottimo prospetto, forse quasi pronto; Ramsey sarà utile, darà imprevedibilità e inserimenti a una squadra a volte un po’ statica e prevedibile; Ronaldo è fenomenale, a volte persino più di quanto mi ricordassi: leader, goleador, non sbaglia quasi mai la giocata, segna appena ha mezza occasione, spesso perfino altruista come non mi pareva fosse a Madrid. Alla faccia di chi lo definiva un’operazione commerciale, è tuttora un giocatore fantastico. Kean merita di avere spazio e qualche chance in più: solo così capiremo bene chi possa diventare. Insomma, intervenendo bene, lasciando alcuni punti fermi, possiamo avere un grande futuro, oltre all’ottimo presente.
Perché, ecco l’ultima certezza, a breve vinceremo l’ottavo scudetto di fila, e io me lo godrò esattamente come gli altri sette, perché più passano gli anni e meno è sufficiente essere i più bravi sulla carta (bisogna sempre ritrovare stimoli, voglia, continuità, ed è sempre meno facile, mentre gli altri sono ormai costantemente più affamati), perché il giorno felice di chi non mi ama dev’essere sempre solo quello in cui qualcuno (non lui) in Champions si dimostra più bravo di noi. Perché solo quando smetti di vincere capisci quanto fosse bello vincere. Perché ieri ci siamo rimasti male, perché non dobbiamo nascondere le cose che non vanno, perché dobbiamo essere pronti a cambiare senza timore.
Ma di certo sarò sempre grato a questa società, questo allenatore (e quello precedente), questi giocatori. E meritano, meritiamo una festa come si deve, con i giocatori sul pullman scoperto e una folla di gente ad accompagnarli per festeggiare per tutta Torino, tutta Italia, con tutto l’entusiasmo e l’orgoglio che la legittima voglia di Champions non potrà e non dovrà mai portarci via.
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